#THE GENTLEMEN

Nobili che si adattano con inquietante naturalezza all’ambiente criminale. Picchiano, spacciano, sparano. Raggirano, rubano auto di lusso, ingannano. Nobili maledettamente indebitati che devono indossare costumi da pollo per umiliarsi con un creditore. Nobili tossicomani e nobili che collezionano cimeli hitleriani e che dei quadri-croste del führer osano dire, in spregio a ogni banale senso estetico: «Il pittore più sottovalutato della storia!»…

Il ritratto di “gentiluomini” inglesi che emerge dalla nuova appassionante serie di Guy Ritchie è certamente fosco per il sangue blu britannico. Mentre quei “gentiluomini” si macchiano costantemente di umano sangue rosso…

La serie The Gentlemen, scritta da Ritchie con Matthew Read (produttore di Peaky Blinders) e altri autori, è nello stile del film omonimo. Un concentrato di ritmo, dialoghi da fumetto noir e gusto pulp. Commedia action e guizzi splatter.

Puro postpostmodernismo: violenza estrema, ma quasi da cartoon, frullato di generi dal gangster movie alla commedia ridanciana, fino alla soap opera. Poi citazioni a cascata, da Pulp Fiction (alcuni criminali citano la Bibbia prima di sparare) a Breaking Bad (c’è anche il magnifico Giancarlo Esposito nei panni del ricco Mr. Johnston che vuole comprare la tenuta degli Horniman). Fino a Douglas Adams e la sua (lisergica) Guida galattica per autostoppisti

Forse solo il finale dell’ottavo e ultimo episodio è - in parte – meno efficace. Negli ultimi 10 minuti cerca di tirare le fila di tutte le intricate trame e sottotrame e al contempo crea un aggancio un po’ forzato per un possibile sequel

Un cast notevole in cui spiccano i protagonisti Theo James (The White Lotus), il “fratello” Daniel Ings e l’ambigua Susie Glass di Kaya Scodelario. Perfino le guest star comprimarie sono di “super lusso”, basti citare Vinnie Jones (il custode della tenuta degli Horniman), l’ex calciatore già protagonista di Lock & Stock. E il solito gigantesco Ray Winstone (padre di Susie Glass)… 






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