#TRE VOLTE ALL’ALBA - ALESSANDRO BARICCO

 


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Lei è pazza.

Ma la donna disse che gran parte della gente sogna di ricominciare da capo, e aggiunse che in questo c'era qualcosa di commovente, non di pazzo. Disse che in realtà quasi nessuno, poi, ricomincia da capo davvero, ma non si ha idea di quanto tempo la gente passi a fantasticare di farlo, e spesso proprio mentre è nel bel mezzo dei suoi guai, e della vita che vorrebbe lasciar perdere.


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Cos'ha stanotte che non va?

È la notte sbagliata.

Se ne sta qui, con una donna nuda nel letto, a chiacchierare, cosa c'è che non va, a parte la deplorevole assenza di alcol, voglio dire.

Se vuole ci dovrebbe essere un mobile bar da qualche parte.


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Ma sapeva che era così. Disse che molti ad esempio sono malinconici, da giovani, e allora succede che Io rimangono per sempre. O sono cresciuti nella penombra e la penombra li insegue poi per tutta la vita.

Così bisognava stare attenti alla cattiveria perché da giovani sembra un lusso che ti puoi permettere, ma la verità è un'altra, e cioè che la cattiveria è una luce fredda in cui ogni cosa perde colore, e lo perde per sempre.


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E in effetti, in quella mattina d'estate, l'alba dilagava nel cielo terso con tale sicurezza che perfino quei sobborghi senza ambizioni sembravano colti di sorpresa, finendo per cedere a una quasi bellezza per cui non erano stati costruiti. C'erano dei bagliori ottimisti alle finestre, e l'erba poca brillava, dov'era, di un verde inaspettato. Passavano macchine, rare, e anche loro sembravano aver sospeso qualsiasi fretta particolare, come se stessero attraversando una tregua. L'uomo e la ragazza camminavano uno di fianco all'altra, ed era uno spettacolo strano perché la ragazza era bella e l'uomo molto qualunque, oltre che vecchio. Si sarebbe penato a capirne la storia, nel vederli, lei sui suoi tacchi alti, il passo sicuro, lui un po' curvo, con un set di asciugamani bianchi sotto il braccio.




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