#COME UN RESPIRO - FERZAN OZPETEK

 


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Quest'ultimo anno, poi, mi ha molto provato, anche fisicamente. Quasi stento a riconoscermi. Vivere mi sta consumando.

Mi guardo allo specchio e mi vedo sfigurata. Ho conosciuto molte gioie, ma anche tanti dolori, e l'ultimo è ogni volta il peggiore.



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Il 28 busserò alla tua porta. Potremo parlare, ma non è indi-spensabile. Anche solo un abbraccio potrebbe bastarci, se il tem-po, come spero, avrà sanato ogni ferita.

Tua Elsa


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Quando ami davvero, devi essere pronta a tutto. Al fulmine e alla tempesta.

Alla pioggia e alla siccità. Non puoi sapere fin dove ti spingerà quel sentimento che ti consuma. Non riesci nemmeno a distinguere la felicità dalla disperazione, perché in amore spesso l'una

è la ragione dell'altra.


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«A volte, il destino si diverte a tenerci sulle spine, come un amante distratto. Ma l'attesa può essere perfino più dolce dell'incontro: basta imparare a nutrire le proprie speranze» ha osservato in modo enigmatico. 


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«La passione è davvero uno stato d'animo imprevedibile.

Ci credereste che ancora oggi ci si possa ammalare d'amore?»


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Sai una cosa? In fondo anche l'amore è un delitto perfetto: a volte ti uccide, altre ti rende più forte, ma in ogni caso rappresenta l'alibi ideale per ogni tua follia.


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Io stessa provo tenerezza per l'ingenua sognatrice che ero. Ma ora sono cambia-ta. Ho tanto cercato il mio posto nel mondo, ed era dentro di me: proprio qui dove mi batte il cuore, dove fluisce il mio sangue, dove respiro, piango e rido restando viva. Il mio destino sono io. Non mi lascerò mai più trascinare dagli eventi. Nel bene e nel male, tutto quello che mi accadrà l'avrò voluto io.


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Certi posti hanno la capacità di trattenere le emozioni, proprio come fa un essere umano con il respiro. Poi le lasciano andare molto lentamente, e chi è in grado di percepirle le assorbe in ogni cellula del suo corpo. Ti fanno sentire a casa per sempre.»


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Così la vita continua e la luce del giorno seppellisce le paure e i fantasmi della notte.


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Non scorderò mai quel momento. Ebbi la sensazione che i suoi occhi mi trafiggessero e mi sentii arrossire come se quell'uomo potesse vedermi nuda.

La sua mano era grande e forte. Mentre stringeva la mia avvertii un brivido sconosciuto. Non sapevo ancora nulla dell'amore. Non sapevo quanto poteva essere dolce, e spietato allo stesso tempo.


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Al mattino, però, con il sorgere del sole le nostre preoccupazioni si dissolvevano puntualmente. L'aria salmastra profumata di fiori tardivi, la brezza che increspava le acque, i gabbiani che volavano tracciando ampi cerchi nel cielo, il sole già alto che prometteva un'altra bella giornata, tutto ci invitava a restare.

Ma le cose belle non durano per sempre.


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L'amore può anche essere un nobile sentimento, ma se vuoi conoscere la passione, devi sporcarti. Immergerti nel fango, assaporare il gusto del peccato, osare il proibito. E anche tradire.


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Ti scrivo, e mi sembra di vederti seduta di fronte a me, mentre sorseggi un caffe forte e sorridi.

Qualche settimana fa, al mercato ho comprato un canarino. L'ho chiamato Cilli, mi fa compagnia. È solo come me, eppure non se ne cura. Anzi, sembra felice: la solitudine è la forza che lo sostiene.

Quando lo sento cantare nella sua piccola gabbia dorata mi ricordo di quanto, invece, io sia libera. Libera di amare chi voglio.

Libera di ricordare senza rancore.

E tu?


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Forse hai indossato un golfino per ripararti dal freddo. Magari mi pensi, qualche volta.

A me capita sempre più spesso. Non è curioso? Più passa il tempo e meno desidero dimenticare. Quando sono arrivata qui, quasi otto anni fa, avevo ben altri propositi. Pensavo solo al futuro. Mi attendeva un'altra vita, elettrizzante e spericolata, e io non vedevo l'ora di buttarmici con tutta la nuova me stessa. Pochi hanno la fortuna di avere una seconda possibilità, e io me l'ero guadagnata a caro prezzo. Rinunciando al passato, alla sicurez-za, ai luoghi familiari che mi avevano cresciuta. A te. Già allora sapevo che non sarei più tornata indietro. Insieme agli affetti, però, mi ero lasciata alle spalle anche gli errori che non avrei più commesso. Adesso ero una donna diversa. Fuggire mi aveva fatto rinascere.


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L'estate gli aveva lasciato addosso una lieve abbronzatura. Lo guardavo rasarsi la mattina, lisciarsi i ricci corvini all'indietro con il pettine. Quando indossava la camicia bianca stirata di fresco, con il colletto inamidato, lo aiutavo ad abbottonarla. Gli infilavo i gemelli nei polsini, gli annodavo la cravatta. Lui mi lasciava fare. Si concedeva alla mia devozione. La mia testa gli arrivava appena al mento. Sentivo il suo respiro che sapeva di dentifricio e tabacco accarezzarmi la fronte, e io mi ci tuffavo a occhi chiusi cercando di assorbirlo in ogni mia cellula. Quando avevo finito, mi alzavo in punta di piedi e gli davo un casto bacio su una guancia. Non era mai stato così bello. E aveva sposato me. Cosa potevo desiderare di più? Se c'era una gara, avevo già vinto, pensavo. Ma subito dopo mi sentivo colpevole e meschina.


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Solo ai poeti e agli artisti concedo il lusso del disimpegno. Loro, sensibili come sono, vivono già un'esistenza abbastanza tormentata: gli si perdona tutto.

Creare può fare molto male, ti scortica l'anima. Ma la bellezza di una poesia che celebra i sentimenti o di un dipinto che ritrae l'estasi di un desiderio, ripaga di ogni sofferenza: nulla è paragonabile a un'opera d'arte e alla gioia che ti dà quando la ricevi in dono.


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Questo episodio mi ha fatto riflettere sulle occasioni perdute.

Chissà quante ne collezioniamo nel corso di una vita, senza potercene mai rendere conto..

E noi, Adele cara, avremo mai un'altra occasione?

Io lo spero.


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Poco importa: la vita scorre come un respiro. E dentro ci lascia la nostalgia per ciò che avremmo potuto fare e la consapevolezza di ciò che siamo diventate.


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Non so davvero cosa potrei aggiungere a queste parole, tranne che credo che non ti scriverò mai più. Troverò un altro modo di conversare con i miei fantasmi, mentre mi godo la vita tra i vivi.

Addio.





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