#L' ALTRA VERITA' - ALDA MERINI
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Dice Freud che l'uomo normale nel suo atto sessuale si sente continuamente "spiato" come se si ripetesse l'incesto della sua infanzia: e noi eravamo regrediti fino al complesso edipico per cui una stretta di mano equivaleva ad una aberrazione mentale.
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Questo amore era, per cosi dire, il mio piccolo rifugio segreto, dove entravo quando ne avevo voglia, e ne uscivo quando la realtà si faceva pressante.
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Tutti avevano un'aria molto rassegnata e sconsolata, ma quel briciolo di libertà ci faceva bene, ci portava a vivere in un'altra dimensione.
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In quei momenti tutto diventava pesante e terrificante e la luna era meglio fuggirla come colei che avesse potuto detenere il potere di far partorire i versi, ma non dal grembo, bensì dal nostro cervello.
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Io, quando scrivo, è come se dormissi ed entrassi nel profondo della mia anima. Mi fa paura il risveglio, il contatto matematico, aggressivo con la realtà dalla quale vorrei finalmente slegarmi.
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Eccomi, li, accanto a lei, senza alcuna voglia né di capire, né di reagire. Era diventata la mia ombra, la mia ossessione, la mia paura segreta.
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Ma a volte la solitudine è una cosa atroce, il silenzio è una cosa insopportabile.
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Il denaro mi fa paura. Forse perché in manicomio non ne avevamo mai. Quando fuori hanno provato a darmelo, non sapevo che farmene, e lo spendevo male. Ma avevo tante voglie segrete. Per esempio, una voglia di piangere, intensa, su quelle banconote.
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Ci promettevano la felicità, la stabilizzazione degli istinti. Ma i nostri istinti erano quelli di tutti, solo deviati dalla mancanza di amore.
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Ma, mentre accarezzavo le rose, sentii una mano vicina alla mia. Era la mano di Pierre. E sentii le sue labbra sulle mie labbra, e la comunione fu così dolce e perfetta che conobbi in quel momento la vera natura di Dio.
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VADO FUMANDO
Vado fumando questa sigaretta e il mio tempo, lo spazio e ogni riposo stento nell'ozio che non più mi affretta ma intanto brucio questo verde alloro e qualche forte mio pensiero audace che mi viene a trovare qual sirenetta.
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Dovrò andare via, perché io ho il mio rifugio. Ma ho capito tutto in un attimo. Un bagliore di fiamma mi ha illuminato le idee: Sì!
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È strano come a volte dai nostri segreti doni, dalle nostre disperazioni più profonde nascano dei ponticelli gentili e nasca un Eden privato, colmo di risorse e di mutevoli compagnie.
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Altra cosa era lei che si muoveva di spalle
sognando l'avvenire
di tutti coloro che non sono i migliori, si perde il suo teatro nella viltà più divina.
Oh certamente qui vivano i folli
candore di sapienza
frutto di vecchie stagioni
perché aveva mani felici per ogni cosa aggrovigliavano fili e menzogne, ahimè mia sorella piena di brume che cantava la specie eterna ma una volta nascosta essa divenne solerte e festosa come una rosa piena, ora continuano a rallegrarsi tutti dei miei piedi nudi ahimè mia sorella,
grande Giovanna d'Arco, che mi difende da tutti.

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