#FINCHE' IL CAFFE' E' CALDO - TOSHIKAZU KAWAGUCHI


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Quando lei gli chiedeva se l'amava, lui si limitava ad annuire, ma si guardava bene dal pronunciare le parole “ti amo". Quando camminavano insieme per la strada, Goro ogni tanto abbassava lo sguardo, quasi a scusarsi, e si grat tava il sopracciglio destro. Goro si era accorto benissimo che gli uomini si giravano sempre a guardarla.


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Venuto a sapere che era tornata dal futuro, la prima cosa che le aveva chiesto era se

l avesse dimenticata, e questo la riempiva di gioia e di tristezza insieme.

Però le diede anche la forza di guardarlo dritto in faccia, l'illusione che fossero lacrime di gioia.

senza asciugarsi gli occhi. Gli fece un gran sorriso per dargli l ‘ illusione che fossero lacrime di gioia. 


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Il loro tempo come coppia si era appena concluso, e negli occhi di lei si formò una grossa lacrima.

"Amore mio!» gridò Kötake senza pensare. Lui non si girò, le spalle scosse da un tremito, Lei bevve il caffè d'un sorso.Lo scolò d'un fiato non tanto per paura che si raffreddasse, quanto per rispetto nei confronti di Fusagi, che si era girato per consentirle di tornare nel futuro in fretta e senza correre rischi. La amava davvero tanto.

«Tesoro.»

Come invasa da una sensazione di vertigine e tremore,

Kotake posò la tazza sul piattino. Mentre la sua mano si ritraeva, parve dissolversi nel vapore. Non restava che tornare nel presente. Quell'attimo fuggente, in cui erano stati di nuovo marito e moglie, era finito per sempre.


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Le piaceva quel genere di locale, era un bel cambiamento rispetto ai posti in cui trattavano sempre nel solito vecchio, prevedibile modo. Si accese una sigaretta e rimase ad aspettare senza fretta.


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Di fronte a una persona con cui si ha un legame profondo e a cui si sono rivelati i propri sentimenti, è difficile mentire e lasciar perdere. La verità vuole uscire a tutti i costi, soprattutto quando si cerca di occultare la tristezza o la fragilità. È molto più facile nascondere la tristezza a un estraneo, o a qualcuno di cui non ci si fida.


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“Come fai a guardarmi con affetto dopo che ti ho trattata male per così tanto tempo? Hai conservato intatto tutto l affetto mentre continuavi ad aspettarmi così a lungo”


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I disegni di Kazu erano iperrealistici. Usando solo le matite creava opere che sembravano autentiche fotografie, ma riusciva a disegnare solo oggetti che poteva osservare dal vivo, i suoi disegni non rappresentavano mai un mondo immaginario o inventato. Le persone non vedono le cose e non sentono le cose nella maniera oggettiva che credono. A distorcere le informazioni visive e uditive che entrano nel Cervello intervengono i pensieri, le circostanze, le fantasie più sfrenate, i pregiudizi, le preferenze, le conoscenze, la consapevolezza e un'infinità di altri meccanismi cerebrali. 




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